La prevenzione è oggi ormai prioritaria rispetto all’intervento terapeutico che viene applicato quando una determinata patologia è ormai in atto. Molte sono le condizioni legate alla nostra alimentazione che incide molto profondamente sullo stato di benessere e salute individuale. Le metodiche impiegate per l’individuazione di tutte queste condizioni legate al mondo dell’alimentazione sono oggi numerose, la più recente è senza dubbio la nutrigenetica che studia la variabilità di risposta individuale all’alimento o al costituente in esso contenuto, legata alle caratteristiche genetiche contenute nel nostro DNA.
Il DNA di ognuno di noi e le informazioni in esso contenute si traducono nella risposta ad una serie di reazioni biochimiche che avvengono nel nostro organismo in base all’introduzione delle sostanze contenute nei singoli alimenti. La conoscenza del profilo genetico permette di identificare gli alimenti più affini alla nostra predisposizione individuale, il cui introito giornaliero dovrà decisamente aumentare, e quelli meno idonei o meno tollerati che verranno ridotti o eliminati per prevenire determinate condizioni verso cui si è “geneticamente predisposti”. La nutrigenomica, invece, unisce lo studio della nutrizione e delle genetica per far luce sui diversi modi con cui le persone rispondo agli alimenti in base al loro patrimonio genetico, del tutto personale ed unico. Un’opportunità di studio nata all’indomani della mappatura del genoma umano, completata nel 2000, che però non ha portato a conseguenze concrete sul piano della salute o dell’offerta di servizi dietetici. Spesso, infatti, la mappatura genetica e le sue relazioni con la salute e l’alimentazione sono basate su informazioni scorrette. E proprio partendo da queste basi un gruppo di ricercatori, finanziato dall’Unione Europea, sta portando avanti un interessane progetto di studio, coordinato dall’Irlanda con la partecipazione di Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Regno Unito, Germania, Polonia, Spagna, Grecia, Stati Uniti e Svizzera.
L’obiettivo di questo ambizioso studio è analizzare in modo globale le opportunità e le sfide nel campo della nutrizione personalizzata e offrire un servizio efficace per rispondere al meglio alla domanda: “come possiamo usare al meglio la nostra attuale comprensione del rapporto tra cibo, geni e tratti fisici per progettare diete sane su misura per ciascun individuo?” Lo studio vede coinvolte 1200 persone con l’obiettivo di valutare se gli individui siano particolarmente motivati a seguire uno stile di vita più sano se viene loro proposto un regime alimentare personalizzato. I ricercatori analizzeranno la saliva dei partecipanti e faranno una valutazione precisa delle loro caratteristiche individuali e alla fine delineeranno un profilo genetico per indirizzare le persone ad abitudini più salutari, a tavola ma non solo. La nutrizione personalizzata dipende dal rapporto bidirezionale tra nutrienti e geni, che si influenzano reciprocamente in modo unico: svelare questa complessa interazione consentirebbe di mettere a punto delle diete su misura che funzionino sul singolo individuo e aiutino a prevenire obesità, ma anche malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malnutrizione.