Lasciate alla spalle le trasgressioni alimentari natalizie, è ora di fare progetti per il nuovo anno e stabilire nuovi obiettivi anche in vista della bella stagione. Così molte persone ribadiscono o scoprono per la prima volta il bisogno di dimagrire. Ma come? Ci risulta già difficile riprendere
i frenetici ritmi quotidiani, in compagnia ogni giorno di brutte notizie che tormentano la nostra vita scoraggiandoci a volerci accollare altri pensieri.
Ci manca solo la dieta! Ed ecco lo sbaglio. Durante le consulenze, quando spiego il percorso alimentare da seguire, una delle prime domande poste dal paziente è “ma devo mangiare così per sempre?”.
La maggior parte di noi vivono “la buona educazione alimentare” come una forzatura che rende più tristi le giornate, mentre l’incontro con il nutrizionista dovrebbe essere solo l’inizio di un percorso, un periodo in cui apprendere le regole della buona educazione alimentare che, messe in pratica, ci permetteranno di dimagrire, raggiungere un buono stato di salute e mantenere per sempre il nostro peso.
Per riuscire nell’ardua impresa bisogna affidarsi ad un vero metodo e non a soluzioni che possono rivelarsi fallimentari, come l’esclusione di un determinato cibo dall’alimentazione o l’approccio a diete stravaganti come quella del riso o del minestrone.
Le proposte dimagranti sono tante: diete nelle quali bisogna mangiare solo prodotti acquistati in farmacia che, oltre al costo elevato, non possono durare eternamente e non permettono di mantenere i risultati ottenuti perché non s’impara a mangiare con gli alimenti di tutti i giorni; molte persone intraprendono schemi dimagranti iperproteici solo dopo aver letto alcune pagine di libri, invaghiti dalle promesse di riduzioni di peso velocissime grazie all’utilizzo di “prodotti
esclusivi”, mettendo a serio rischio la propria salute.
Tra le diete più famose c’è la dieta mediterranea che dev’essere drasticamente ipocalorica e
per questo magari debilitante; ci sono le cronodiete, le diete a punti, le diete dissociate, tutte proposte finalizzate a far dimagrire. L’obiettivo, infatti, è perdere peso, ma non causalmente: è necessario perdere massa grassa, ciò avviene attraverso un valido metodo dimagrante; se, invece, diminuisce la massa magra, si abbassa il metabolismo come accade nelle diete iperproteiche che sono fortemente sconsigliate per questo aspetto che rende difficile il mantenimento dei risultati, ma anche per gli effetti negativi sulla salute che si manifestano a breve (alitosi, malumore, stanchezza, irritabilità) e lungo termine (problemi renali e tessuto adiposo più resistente al dimagrimento).
Il miglior metodo dimagrante deve prevedere un controllo insulinico programmato necessario al metabolismo dei grassi. I livelli d’insulina nel sangue determinano l’azione della lipasi: se sono troppo alti, questo enzima non può agire e i cuscinetti di grasso rimangono dove sono. I carboidrati sono i primi stimolatori dell’insulina, se sono troppi, come nel caso della dieta mediterranea, il dimagrimento è ostacolato.
Il metodo da seguire è un percorso alimentare che preveda un puntuale controllo dell’insulina attraverso le giuste regole alimentari, un po’ di attività fisica che consolida il programma, ma che soprattutto insegna come utilizzare i cibi che troviamo sulle nostre tavole senza isolarsi dal contesto familiare e sociale. Non si perde massa magra, anzi si rafforza, donando energia e lucidità.
Per dimagrire è necessario seguire con scrupolosità il percorso, per poi proseguire nel mantenimento con l’applicazione blanda di ciò che si è imparato nel periodo di trattamento. Ciò permette di raggiungere l’obiettivo di dimagrire ed adottare un’alimentazione che permette di prevenire tante patologie.
Per la maggior parte delle persone che tendono ad ingrassare non serve una dieta come s’intende comunemente, ma è necessario capire le personali risposte metaboliche al cibo e la giusta strategia per utilizzarlo in base alle proprie caratteristiche. Per far sì che questa strategia diventi davvero “nostra”, è necessaria un’adeguata e corretta personalizzazione.